| Perchè il calcio italiano sta per saltare di Marco Liguori e Salvatore Napolitano 3/11/2003 La notizia non ha ancora il crisma dell'ufficialità, ma non si 
        tratta affatto di un fulmine a ciel sereno. Secondo quanto riportato dall'agenzia 
        Ansa, la Commissione europea avrebbe concluso l'istruttoria preliminare 
        relativa al decreto legge 282 del 24 dicembre 2002, convertito nella legge 
        27 del 21 febbraio 2003: si tratta del famigerato provvedimento noto come 
        'spalma perdite'. L'istruttoria di Bruxelles, condotta dal commissario 
        Ue alla concorrenza, Mario Monti, avrebbe stabilito che lo 'spalma perdite' 
        è incompatibile sia con le norme comunitarie che regolano gli aiuti 
        di Stato che con quelle relative alla redazione dei bilanci. La decisione 
        dovrebbe essere ufficializzata nella riunione dell'esecutivo Ue in calendario 
        martedi' 11 novembre.Sarebbe un colpo durissimo ai bilanci di quelle società, come Inter, 
        Lazio, Milan, Parma e Roma, solo per citare le maggiori, che hanno deciso 
        di avvalersi della legge. Ma i tempi di Bruxelles sono lunghi abbastanza, 
        si prevedono circa 18 mesi, per permettere alle nostre squadre di escogitare 
        qualche altro trucco per tappare alla bell'e meglio l'eventuale nuova 
        falla. Quello dell'11 novembre sarà solo il primo passo della procedura 
        di infrazione. Da quel momento l'Italia avrà un mese di tempo per 
        replicare alle osservazioni della Commissione europea. Se Bruxelles non 
        dovesse ritenersi soddisfatta dalle risposte, formulerebbe un parere motivato 
        contro l'Italia, specificando ancora le infrazioni commesse e indicando 
        il termine entro il quale porre fine all'inadempimento. Se nemmeno in 
        quel caso il nostro governo si conformasse a tale eventuale richiesta, 
        la Commissione potrebbe adire la Corte di Giustizia per farle accertare 
        la violazione compiuta.
 Secondo quando riportato dall'Ansa, gli esperti giuridici di Monti ritengono 
        che il provvedimento garantisca alle squadre italiane un "doppio 
        vantaggio economico": la "svalutazione dei contratti senza che 
        vi sia traccia delle perdite nei conti" e quello "fiscale". 
        In pratica, gli aiuti di stato. Tali misure rischiano di provocare un 
        "effetto distorsivo" perché molte società interessate 
        partecipano alle coppe internazionali. Per gli esperti giuridici di Monti 
        non ci sarebbero nemmeno i presupposti per applicare le deroghe agli aiuti 
        di stato. Inoltre, il provvedimento appare "incompatibile" con 
        quanto sancito dal Sistema di contabilità internazionale, lo Ias.
 I motivi per i quali la decisione anticipata ieri non costituisce affatto 
        un fulmine a ciel sereno si capiscono al volo, pensando al testo della 
        legge. Essa permette di calcolare nuovamente il valore del patrimonio 
        calciatori, o, per dirla in termini più corretti, il valore dei 
        diritti alle loro prestazioni. Vista la crisi, ricalcolarlo equivale a 
        svalutarlo. La differenza tra il valore iscritto a bilancio e il nuovo 
        valore genera dunque una perdita. E qui arriva la prodezza genialoide 
        del legislatore: tale perdita non deve più essere contabilizzata 
        tutta nell'esercizio in cui viene a galla, ma può essere 'spalmata' 
        nell'arco di dieci anni. Il fantasioso maestro del dribbling, la mitica 
        ala destra brasiliana Garrincha, sarebbe apparso al cospetto di tale manovra 
        un oscuro faticatore del centrocampo.
 Il 6 maggio scorso l'allora presidente della Consob, Luigi Spaventa, definì 
        lo 'spalma perdite' "un'innovazione singolare". Poco tempo dopo, 
        l'OIC, organismo italiano di contabilità, nel documento interpretativo 
        della legge 27 usò parole inequivocabili: "Si segnala che 
        la norma in questione costituisce una deviazione dai principi generali 
        della disciplina di bilancio di cui agli articoli 2423 e seguenti del 
        Codice Civile, nonché dal disposto delle direttive contabili comunitarie. 
        Inoltre, essa non è in linea con i principi contabili nazionali 
        e con quelli internazionali". Il tributarista Victor Uckmar parlò 
        addirittura di «falso in bilancio legalizzato». Solo il governo 
        italiano e la sua maggioranza idearono una simile astrusità (a 
        lungo contestata, al momento dell'approvazione, dall'opposizione e dalla 
        Lega Nord).
 Giusto per fare un esempio, pensiamo al cancelliere tedesco Gerhard Schroeder 
        e alla Deutsche Telekom, l'azienda telefonica di Stato. Agli inizi del 
        2000, essa investì una cifra folle per vincere l'asta relativa 
        ai diritti Umts: il valore di quei diritti è abbondantemente crollato. 
        Ragionando all'italiana, sarebbe bastato che i tedeschi varassero una 
        legge con la quale rendere possibile la svalutazione dei diritti Umts, 
        ripartendo la perdita in dieci, o magari in vent'anni: il bilancio di 
        Deutsche Telekom sarebbe passato in un sol colpo addirittura all'utile.
 Le eventuali conseguenze sui bilanci di chi ha usufruito della legge 27 
        sarebbero devastanti: solo pensando alle squadre maggiori, esse hanno 
        svalutato il valore dei diritti tra i 180 e i 300 milioni di euro. Si 
        tratterebbe di perdite secche, che andrebbero ad incidere direttamente 
        sui conti annuali, costringendo gli azionisti a ripianarle immediatamente 
        con aumenti di capitale di analoghi importi. Un bagno di sangue in piena 
        regola.
 E intanto il padre del provvedimento - il presidente onorario del Milan 
        nonché del consiglio dei ministri, Silvio Berlusconi - che fa? 
        Prima che la sua squadra scenda in campo per l'incontro con la Juventus 
        a San Siro viene inquadrato dalle telecamere mentre si intrattiene con 
        la terna arbitrale guidata dal signor Racalbuto, suscitando lo sdegno 
        accorato dell'opposizione. Ogni giorno, del resto, ha la sua pena.
 (Fonti: 
	  www.ilmanifesto.it)   |